L’artrosi è la più frequente e diffusa malattia delle articolazioni. L’articolazione è essenzialmente un giunto; una struttura cioè che permette il movimento fra due o più ossa.
Nel punto di contatto, ogni osso è rivestito da uno strato di cartilagine (“articolare”) che, essendo perfettamente levigata –come una palla di biliardo– permette il movimento dolce, liscio e senza attrito.
L’ARTROSI è il consumo di questa cartilagine, la quale, in zone più o meno ampie e per cause diverse, perde la sua levigatezza e si “scrosta” (generando frammenti che possono, irritando la sinovia – specie di “spugna” che riveste l’articolazione- portare alla formazione di eccesso di liquido intraarticolare), perdendo progressivamente spessore fino a che si consuma totalmente e i capi ossei vengono direttamente a contatto l’un l’altro: a questo punto, oltre alla grave limitazione del movimento, c’è intenso dolore.
L’artrosi può colpire tutte le articolazioni, ma più frequentemente quelle sottoposte a carico: la colonna vertebrale, le anche, le ginocchia . . . e via di seguito.
I segni sono innanzitutto il dolore, dapprima episodico, poi ricorrente e infine continuo, e la progressiva riduzione del movimento. L’articolazione si deforma, e può comparire “gonfiore” (dovuto alla presenza di eccessivo liquido articolare).
COSA FARE?
All’inizio: sentire il proprio MMG, che può consigliare -oltre ad accorgimenti comportamentali- una terapia antiinfiammatoria ed eventuali presidi (contenzione elastica; bastoni-appoggio).
L’accertamento basilare è la semplice radiografia.
Se il dolore e la limitazione funzionale persistono e/o si fanno ingravescenti è bene consultare un ortopedico per un quadro esaustivo della situazione e per eventuali ulteriori provvedimenti (se è il caso, consigliera’ una RMN ) e per tracciare la più
opportuna linea di trattamento: se è possibile ottenere un discreto e non effimero beneficio (con FKT, tutori, infiltrazioni) o se è il caso di prendere in considerazione direttamente l’intervento chirurgico (che comunque va ben ponderato, essendo spesso l’ultima spiaggia).
In sintesi, qualche accenno sulle cure:
• Terapia “conservativa”: oltre a gastroprotezione: FANS, cortisonici, miorilassanti; antidolorifici
maggiori per le crisi acute;
• FKT (FisioKinesiTerapia): in nessun’altra malattia come per l’artrosi l’umanità ha provato di tutto: caldo/freddo; bagnato/asciutto; secco/umido; impacchi-applicazioni di ogni genere di prodotto. Tutte le terapie sono utili (senza aspettarsi
miracoli), ma il loro effetto non è garantito, e dipende molto dalle sensibilità individuali.
Importante è mantenere “sciolta” l’articolarità residua, e soprattutto non perdere eccessivamente il tono muscolare.
• Infine, se si è esaurita ogni possibilità di beneficio, Terapia Chirurgica (fino alla sostituzione protesica dell’articolazione).
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