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La Psicoterapia come viaggio
a cura della Dott.ssa Eva Sponchiado
Psicologa e Psicoterapeuta


Pensate di essere in procinto di fare un viaggio: alcune volte avete molto chiaro dove volete andare, altre volte vi piacerebbe “cambiare aria” ma non sapete esattamente dove andare, altre volte ancora sono gli altri a dirvi “sei stressato, è meglio che stacchi la spina e vai da qualche parte a riprenderti”.
Immaginate poi di rivolgervi a qualcuno che vi aiuti per questo viaggio: nel primo caso avrete bisogno di qualcuno che vi sostenga nella pianificazione e ottimizzazione del viaggio e che valuti insieme a voi le tappe da seguire per arrivare alla meta prescelta.
Nel secondo caso, in cui non sapete bene dove andare ma sentite il bisogno di cambiare aria, vi sentirete probabilmente a vostro agio con qualcuno che vi ascolti, che cerchi di capire cosa potrebbe piacervi e che proponga, per discuterle insieme a voi, alcune idee di mete alla ricerca di quella che più delle altre sia adatta al momento che state vivendo.
Nel terzo caso, in cui sono gli altri a suggerirvi di intraprendere il viaggio, potrebbe essere utile per voi avere qualcuno che, senza forzare la mano, vi aiuti a capire se voi volete proprio partire o se preferite invece rimanere dove siete, perché il viaggio, in fondo, è qualcosa che vogliono gli altri per voi, ma non voi stessi.
Ora provate a sostituire il termine “viaggio” con “psicoterapia”, il termine “qualcuno” con “psicoterapeuta” e il termine “meta” con “obiettivo di vita”: vi piace quel che ne esce?

Mi piace paragonare la psicoterapia a un viaggio, per diversi motivi:

• ha un inizio e una fine: la psicoterapia non deve creare dipendenza;
• accoglie in sé il tema della ricerca e della scoperta, della fatica ma anche della soddisfazione: la psicoterapia può avere anche momenti di difficoltà e fatica, ma vuole tendere alla riconquista di un senso pieno per sé e per la propria vita;
• si può fare in moltissimi modi diversi, almeno tanti quante sono le persone che vi partecipano: la psicoterapia è una sorta di vestito da sartoria, va modellato sulla singola persona pur poggiandosi su basi scientifiche che indicano al professionista linee guida generali;
• non ha una meta e un percorso stabiliti in modo rigido per tutti (per onor di cronaca esistono anche i viaggi organizzati, ma non fanno per me come terapeuta…).

Quando incontro per la prima volta una persona in studio si aprono, come nel viaggio, molte possibilità di psicoterapia: ci sono persone che arrivano nella stanza della terapia avendo già molto chiaro in mente perché sono lì e cosa vogliono (es. “ho attacchi di panico e non vorrei averli più” oppure “sono in crisi perché sono stato mollato e purtroppo adesso non riesco più ad avvicinare una ragazza”), altri che provano un malessere generale, un disagio che non sanno definire ma che provano molto profondamente e che influisce sul loro modo di vivere la quotidianità (es. “mi sento infelice e non esco più tanto di casa ma non so perché, in fondo ho tutto quello che desidero” oppure “sono confuso, mi dimentico le cose e sto male perché al lavoro non riesco più a fare bene le cose, io che ricopro un ruolo di responsabilità”), altri ancora che arrivano perché altri li hanno mandati (es. “mia madre mi ha portato qui perché mi vede sempre più chiusa in me stessa ma io non credo sia così” oppure “sono qui perché secondo la mia compagna dovrei essere più sicuro di me stesso e non farmi mettere i piedi in testa al lavoro”).

Quel che più conta, all’inizio di una psicoterapia (ma anche dopo), non è tanto se una persona abbia o meno le idee chiare su quello che vuole, quanto invece la sua disponibilità a mettere in campo ciò che è, secondo i suoi tempi e modi. Mi spiego: dico spesso alle persone che si rivolgono a me che nella stanza della terapia paziente e psicoterapeuta sono esperti alla pari, nel senso che il paziente è l’esperto delle proprie sensazioni, pensieri, fantasie ed emozioni, mentre lo psicoterapeuta è l’esperto delle modalità di funzionamento delle persone; a ciascuno dei due, paziente e psicoterapeuta, è richiesto di mettere in campo il proprio “essere esperto” nel tentativo di arrivare a una comprensione maggiore di quello che sta succedendo e poter di conseguenza valutare, insieme, che passi compiere per far evolvere la situazione, che spesso viene percepita dalla persona come uno “stallo”, una situazione senza via d’uscita. Da una parte il contributo dello psicoterapeuta aiuta ad utilizzare le conoscenze che la ricerca psicologica e l’esperienza clinica suggeriscono per la buona riuscita di un percorso terapeutico; dall’altra parte la presenza e il mettersi in gioco del paziente può diventare garanzia di una costruzione di percorso “su misura” per lui e da lui percorribile.

La Dott.ssa Eva Sponchiado riceve nel Poliambulatorio del Gruppo Romano Medica di Camposampiero (PD) per:
– Visita psicologica
– Psicoterapia individuale
– Psicoterapia di coppia

Gruppo Romano Medica
Piazza Castello, 40 – Camposampiero (PD)
CUP Appuntamenti 0424 33477
Dir. Sanitario Dott. Italo De Meo